Un sussulto del DNA di chi è stato battezzato nel bel San Giovanni.
Qui è il Palazzo Malaspina Conti, in via dei Conti 3. Sull’aerea di questo ampio palazzo vi erano in antico le case dei Boni, dei Bettini dei Bartolini Salimbeni, dei Romoli, dello Spedale degli Innocenti e di altri. Tutte queste proprietà furono progressivamente acquistate dai Malaspina a partire dal 1698. L’edificio attuale risulta in particolare edificato su progetto dell’Arch. Pietro Paolo Giovannozzi nel 1714 per il Marchese Bernabò Malaspina che, per ricordare l’impresa, fece coniare appositamente una medaglia raffigurante il palazzo assieme al proprio ritratto.
Acquistato ai primi dell’Ottocento dai Marchesi Conti di Pisa (ai quali fu intitolata la strada, già via della Forca), fu ampliato verso piazza Madonna degli Aldobrandini di quattro ulteriori assi e di un secondo portone. Attualmente si presenta su tre piani, con sette assi di finestre timpanate su via dei Conti e cinque su via dell’Alloro. Le nove finestre inginocchiate del piano terreno furono trasformate nel 1914 in sporti di esercizi commerciali. La cantonata è qualificata da risalti. “Sulla facciata principale le aperture si dispongono con ritmo alternato (3-1-3), evidenziando il settore centrale, in cui si apre il grande portale, con finestre inginocchiate ai due lati” (Arch. Giuseppe Martelli, 1792-1876, Professore e Consigliere dell’Accademia delle Arti del Disegno dal 1825). Sempre sul fronte è uno scudo con l’arme della famiglia Conti (d’azzurro, palma al naturale nodrito -senza radici – su un monte di tre cime d’oro). Notevole, sul retro, il cortile a porticato detto il Conventino. Il Palazzo risulta realizzato sopra il Visarno, un ramo del fiume Arno, ed una lapide collocata al primo piano, nello Studio Casoni, così recita “Tutta questa parete nell’attigua a sinistra, ed in tutte quelle che circondano il loggiato terreno e quelle che generalmente posano sulle colonne, non si facciano aperture, perché, per la posteriore costruzione del loggiato medemo, si è fatto tutto intorno ad esso e segnatamente in questa, una concatenazione di archi maestri, quali tagliati cagionerebbero un’immediata rovina” .
Già notificato il 13.05.1934, in forza della legge 364/1909 e Dlgs. 688/1912 all’allora proprietario Conte Francesco Ginanni Cattani, i cui eredi, Gianfrancesco e Gabriele il 28.07.1937, vendevano alla signora Lina Luzzatto e quindi passato ai figli della stessa Giulio e Guido Fani che il 26.01.1955 vendevano la porzione di immobile al secondo piano ai Commercialisti Dr. Giorgio Billi (1920-1966) e Dr. Enzo Cantinelli (1910-1969), al Notaio Guido Rogantini (1908-2000) ed all’Avv. Riccardo Santoro (1917-2006).
Una curiosità tratta dal Magazine “Colombus” (ottobre 1934, vol. LVII-n. 2, ed. Vincenzo Campore – New York – USA), Cantinelli e Rogantini erano fra i 360 universitari vincitori dei Littoriali della primavera del 1934 che venivano disputati per cultura, arte e sport e quindi prescelti “per conoscere e farsi conoscere” negli Stati Uniti dove arrivarono il 20 settembre 1934 a bordo del Transatlantico REX, Nastro Azzurro della flotta mercantile italiana, di proprietà della Società Italiana Flotte Riunite, costruito in meno di un anno neiCantieri Ansaldo di Sestri Ponente, lungo 268,20 mt; largo 23,50 mt; alto 37,00 mt. Con una stazza di 50.100 tonnellate. L’8 settembre 1944, in rada presso Trieste fu colpito dall’aviazione inglese, bruciando per quattro giorni, senza affondare.
Il “Gruppo di Firenze” comprendeva anche Enzo Taddei, Ferdinando Gatteschi, Giannetto Mannucci, Mario Celotti, Maurizio Tempestini, Giuseppe Pizziolo, Giorgio Borgioli, Gioberto Sartini, Alessandro Del Bene, Giorgio Mosiici, Edoardo Abbele, Carlo Ciullini, Attilio Mazzoni, Rodolfo Ludovici, Baccio Agnoletti, Mario Salerno, Alessandro Trevisan (1913-1976, Procuratore Generale della Repubblica avanti al quale, con singolare coincidenza, nel 1971 prestò giuramento Paolo Cantinelli per l’iscrizione all’Albo degli Avvocati), Raffaello Bicci e Umberto Ridi.
L’immobile di via dei Conti fu ristrutturato su progetto e cura dell’Architetto Italo Gamberini (1907-1990: è dalla sua tesi di laurea che fu elaborato il progetto per la Stazione di Firenze, dal “Gruppo Toscano” formato da Michelucci, Gamberini, Berardi, Baroni, Guarnieri e Lusanna, inaugurata il 30 ottobre 1935, in meno di due anni di lavoro).
Anche l’arredo di alcuni studi è stato realizzato dall’Arch. Gamberini, che si è avvalso della collaborazione del Prof. Marcello Fantoni (1915-2011) per i decori in ceramica.
Oltre alla necessaria attività professionale, sviluppata nel contesto di Enti, Istituzioni e Società estere per rapporti commerciali, contrattuali fra e con soggetti pubblici e privati, con praticantato di laureati stranieri per certificare la valutazione ai fini del loro esame di Stato, in queste stanze nel 1962 vi sono stati interessanti incontri, con il Maestro Enrico Sacchetti (1877-1967) per la redazione di una biografia su “Vasco Magrini” (1891-1961), l’asso dell’aviazione acrobatica che al “Campo di Marte” il 23 dicembre 1923 effettuò il primo tentativo di volo a reazione con la “Botte volante”, l’aereo realizzato con l’Ing. Antonio Mattioni (1880-1961).
Vecchio “una promessa per una affermazione”, gara musicale fra le scuole fiorentine.
Qui sono state attuate le pratiche per il recupero dell’archivio storico della Società di San Giovanni Battista, e, nel 1983, fu organizzato il Convegno Banca e Cultura in relazione alle deduzioni fiscali, per gli interventi sulle opere d’arte previste dalla Legge 02.08.1982 n. 512, tenutosi con successo europeo in Palazzo Vecchio.
Nel 1989 per l’Accademia Florentia Mater, è stato organizzato il 110°anniversario della nascita dello scrittore Bruno Cicognani, e, nel 1993 le Celebrazioni per il 7° Centenario degli Ordinamenti di Giustizia.
Nel 1996, in occasione del 200° anniversario della fondazione della Società San Giovanni Battista, con il Prof. Paolo Pastori e la Dr.ssa Paola Pirolo, fu ideata e curata l’opera storico-commemorativa “La Festa di S. Giovanni nella Storia di Firenze”.
Dal 1998 all’aprile 2007 è stata curata la rivista “I Fochi della S. Giovanni” (edita da Polistampa, con Direttore il Prof. Franco Scaramuzzi), sia nella grafica sia per contenuto, grazie ad eminenti collaboratori, con accredito al British Museum di Londra, alla Biblioteca Vedovato a Bruxelles, all’Istituto di Cultura Italiano a Los Angeles, ed in altre numerose raccolte.
Qui, il 07.12.2007 fu costituito l’”Istituto Internazionale per gli Studi dell’Uomo”, e qui nel 2011 è stato curato l’adeguamento delloStatuto con predisposizione del relativo Regolamento dell’Accademia delle Arti del Disegno, costituita con rescritto da Cosimo I il 13 Gennaio 1563 per volontà del Vasari, e qui, sempre per l’Accademia, sono state organizzate le celebrazioni dei 540 anni del primo libro a stampa realizzato a Firenze il 7 novembre 1471 da Bernardo Cennini, con riproduzione dell’opera.
Nel contesto dell’ufficio di amministrazione di sostegno, con il Prof. Stefano De Rosa, è stata realizzata la mostra di pittura dal 15 Dicembre 2011 al 13 gennaio 2012 presso il Comune di Fiesole, delle opere del Maestro Menchis, al secolo Bonechi Orlando, con la realizzazione di un catalogo per far memoria dell’attività del Maestro con Piero Conti, Ottone Rosai, Rodolfo Marna, Galileo Chini, Vittorio Granchi, Renzo Grazzini, Antonio Bueno, Silvio Loffredo, ed altri, e per ricordare l’opera Piazza del Carmine acquistata ed inventariata al n. 186476 dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.
Ancora qui, il 24 gennaio 2013 è stata tenuta la prima riunione della Commissione Fiesole Etrusca per realizzare uno studio e rivisitare le specifiche testimonianze sul territorio, che saranno oggetto di particolari incontri.